Macro val d’arda 55-44 Fortitudo Bologna (8-17; 27-25; 40-33)
Macro Val D’Arda: Podestà 16, Strano 13, Scarpa 10, Ascari 8, Rossi 8, Contini, Zane, Carnovali, Khalef ne. Fornasari ne. All. Tribi.
Al PalaMagni c’è il fanalino Fortitudo Bologna, la Macro probabilmente all’inizio sottovaluta l’avversario e inizia la gara troppo leziosa.
La Fortitudo ha nelle sue fila alcune nazionali under 18 e 20 che da qualche settimana danno del filo da torcere a tutti e, vedendo che riescono a mettere in difficoltà le avversarie, moltiplicano gli sforzi. Il Val d’Arda subisce il ritmo e l’iniziativa bolognesi, Scarpa commette subito due falli, seguita a ruota da Contini, in apertura 2-9 e 5-13. La prima frazione termina 8-17 con l’allenatore Tribi che, visibilmente nervoso, prova a cambiare temi difensivi, ma la squadra non reagisce.
Nella seconda frazione Contini comincia a limitare Vespagiani, Strano e Podestà danno una scossa alla squadra e poco a poco inizia la rimonta, fino a sorpassare le bolognesi nel finale: 25-23, poi 27-25.
Terzo quarto convincente: il duo Strano-Podestà riprende il ritmo, Scarpa mantiene alto l’agonismo e anche Carnovali riesce a dare il suo contributo difensivo. Davanti si comincia a segnare con regolarità, Vespagiani è contenuta in una buona ragnatela di aiuti e alla fine il divario si fa interessante: 40-33 a favore della Macro, anche per alcune scelte felici di Ascari. Nell’ultimo quarto la Macro deve gestire il problema falli: Scarpa e Contini con 3 fin dalla seconda frazione, Strano e Podestà 4. Ma Fiorenzuola non cede e, pur mantenendo la difesa individuale, riesce ad arrivare sul 50-40 a tre minuti dal termine, lì Vespagiani commette il suo quarto fallo, Strano raggiunge però il suo quinto: la Macro stringe i denti e non lascia spazi alle bolognesi, chiudendo alla fine 55-44 per la soddisfazione del pubblico e dell’ambiente fiorenzuolano.
Giovedì si recupera la gara a Faenza e sabato altra trasferta, a Reggio Emilia. Partite contro squadre tra le maggiormente invischiate nella lotta per non retrocedere e per questo più pericolose per l’agonismo che mettono in queste gare.
Libertà 05/03/2013 p.46