Sambugaro: «Il Piacenza Basket Club pronto a puntare a un titolo di vertice»
Il Piacenza Basket Club si sente pronto a prendere un ascensore importante. La notizia già da settimane rimbalzava sotto al canestro piacentino. Adesso viene ufficializzata da Marco Sambugaro, general manager della società che negli ultimi mesi ha raccolto il testimone dell’Ucp.
Gran parte dei dirigenti della sensazionale scalata che portò Piacenza dalla C2 alla LegaDue si sono ricompattati sotto un’unica bandiera, dando continuità al settore giovanile biancorosso e ora si dichiarano pronti a tornare nel grande basket.
Come? Acquisendo un titolo sportivo in uno dei primi campionati nazionali. Quale? Per avere una risposta definitiva bisognerà aspettare ancora qualche settimana, la conclusione della stagione attuale e la composizioni degli organici per la prossima.
Intanto, però, la certezza è che la mira sarà alta. Si parla di Divisione Nazionale B, cioè del quarto gradino italiano, quello per intenderci frequentato quest’anno dal Bakery, quello al tempo vinto dall’Ucp nella storica finale di Senigallia.
Anche se non è escluso anche qualcosa di superiore, cioè il terzo gradino, che da luglio verrà denominato non più Divisione Nazionale A, ma LegaDue Silver, un campionato legato a doppio filo con la LegaDue Gold, che darà la possibilità di concorrere addirittura per la promozione in serie A, con l’opportunità di schierare giocatori stranieri.
«Nella prossima stagione – spiega Sambugaro – punteremo a disputare il campionato nazionale più alto possibile. Dipenderà essenzialmente da due dati: quanto avremo noi da investire e quali saranno le possibilità che si presenteranno in circolazione».
Che la squadra si chiamerà Ucp o Piacenza Basket Club per la gente cambierà nulla. «Siamo sempre noi, con la nostra grande passione e il nostro seguito. Andremo a cercare questo titolo sportivo, oltre che con fortissime motivazioni, anche con dati oggettivi indiscutibili. Intanto, la tradizione di Piacenza in fatto di pallacanestro, poi la storia recente che ha permesso alla città di ammirare un basket mai visto prima d’ora da queste parti».
«il nostro vivaio ora scoppia di salute»
Ma c’è dell’altro. «C’è uno zoccolo duro che oggi porta il nostro settore giovanile a vantare qualcosa come 350 iscritti, con 10 squadre dalla serie D all’Under 13, che racchiudono circa 120 cestisti e 14 gruppi minibasket, per altri 230 tesserati. Il tutto porta a un tetto di 350, numero di cui andiamo molto orgogliosi».
Nella stagione che va a concludersi, i dirigenti del Piacenza Basket Club, liberi da pressanti impegni con una prima squadra di altissimo livello, hanno concentrato tutti i loro sforzi sulla base.
«Proprio così – riprende Sambugaro – Aver avuto la possibilità di confermare Fabio Corbani come supervisore tecnico del settore giovanile ha rappresentato un punto importante per aumentare la qualità del lavoro. In più, abbiamo l’orgoglio di aver migliorato il nostro vivaio in qualità e in quantità. E i risultati non sono mancati. Con diverse nostre formazioni abbiamo raggiunto la seconda fase regionale, mentre alcuni nostri giovani sono stati convocati nelle varie selezioni emiliane. Mi riferisco a Zucchi, Bricchi, Liberati, Jovanovic, Magrini, per fare qualche nome».
C’è poi la squadra di serie D, appena retrocessa in Promozione. Si vedrà, l’intenzione potrebbe essere quella di chiedere il ripescaggio, anche se paradossalmente è più facile trovare un posto al vertice piuttosto che in serie D, dove le rinunce in genere sono molto poche.
«Puntiamo a ritornare nel basket di vertice e a giocare di nuovo al Palasport di Largo Anguissola perchè siamo convinti che il nostro pubblico sia pronto a tornare a sostenerci in massa. I grandi numeri del recente passato sono ancora sotto gli occhi di tutti. Oltre mille spettatori di base, con la possibilità di raggiungere anche quota duemila e più. Tutto questo però non ridurrà il nostro impegno verso i più giovani. In questi mesi abbiamo avuto grandi soddisfazioni dalla linea verde e siamo pronti a rilanciare con nuovi investimenti e obiettivi sempre più alti».
Carlo Danani su Libertà del 21/05/2013