La sua è la classica storia di bambino che sfocia in una favola sotto canestro. La passione che diventa professione: il massimo. Giacomo Sanguinetti aveva 14 anni quando si iscrisse a un camp della Fortitudo, dove avrebbe incontrato Carlton Myers, il suo idolo di gioventù. Da Carrara, dove è nato e cresciuto,a questo raduno estivo, rinunciando al mare della Toscana. Videro il giovanissimo Giacomo, lo conobbero e gli proposero di entrare in Fortitudo. In una parola, di cambiare vita. Fu un colpo di fulmine. «Per questo – confessa quello che dalla scorsa estate è diventato il playmaker del Bakery – non smetterò mai di ringraziare Maurizio Ferro, il mio mentore. La passione che avevo verso la pallacanestro lui me l’ha moltiplicata». Cinque anni nelle giovanili della Fortitudo, appiccicandosi addosso l’accento bolognese e, soprattutto, gettando le basi di una carriera fin qui scandita tra serie Beserie A. A luglio l’approdo a Piacenza: «Mi arrivò immediatamente la richiesta del presidente Beccari – ricorda Sanguinetti – Fui colpito dal fatto che il Bakery mi cercò a colpo sicuro, seguii l’istinto, proprio come quando qualche anno prima dovetti decidere se puntare sul basket come professione». Un colpo di fulmine, tanto che Giacomo non valutò nessun’altra tentazione di mercato. «Adesso, dopo qualche mese, posso dire di aver fatto la scelta giusta. Sono fiero di far parte di una società così ambiziosa e di un gruppo dove si sta davvero bene».
Un gruppo che anche domenica a Faenza s’è regalato una soddisfazione: «Altra bella partita e altra dimostrazione di grande unione al nostro interno». Un gruppo dove spiccano coach Bizzozi e “papà” Soragna. «Bizzozi è uno dei migliori allenatori che io abbia mai avuto. E’ difficile trovare una persona del suo valore. Soragna è una leggenda, è per tutti un punto di riferimento, quando parla, lo ascolti come fai con un padre quando ti dà preziosi consigli». Campionato, questo, bello e difficile. Una maratona che il Bakery ha inaugurato con passo deciso, proponendo un basket che piace alla gente: «Sul campo abbiamo perso soltanto a Cecina, per altro lottando fino in fondo. Per il resto, giudico la nostra partenza molto positiva. Ma sono convinto che tutti noi insieme abbiamo ancora notevoli potenzialità da esprimere». Giacomo, partito da Carrara con la valigia piena di sogni, è oggi un giocatore che punta a tornare immediatamente in serie A, dopo averla assaggiata poco fa con Scafati. L’obiettivo è tornarci col Bakery, sullo slancio di questa partenza di forti promesse. Intanto, Jack cervello fino, prezioso assist man e primo passo di partenza devastante per il marcatore di turno, rimane ancorato alla sana realtà di un campionato che consiglia di mantenere sempre alta l’attenzione. Si guarda indietro e rifarebbe tutto quello che ha fatto. Anche rinunciare a qualche giornata sulle spiagge della sua Toscana. «Perché se dentro di te hai una passione forte, devi avere il coraggio di ascoltarla fino in fondo». Anche se questo significa essere costretto a fare i compiti alla sera tardi, dopo aver passato montagne di ore in palestra. Questo è successo tante volte al Sanguinetti versione Fortitudo: «Ho vissuto alti e bassi, attraversato momenti difficili. Ma ho tenuto duro e alla fine dico che ne è valsa la pena». Questo il messaggio che Giacomo si sente ditrasmettere alle nuove generazioni che sentono le farfalle nella pancia quando si trovano per le mani questa grossa arancia da infilare nel cestino lassù in alto.
Carlo Danani, Libertà 08/12/2015